E’ molto interessante per contestualizzare gli attuali “colloqui di pace” sponsorizzati dagli Stati Uniti fra Israele e palestinesi, ascoltare le parole dei diretti interessati, in particolare di quello – visto il peso negoziale che può esercitare – che ne è il maggiore protagonista, ossia il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. E’ particolarmente interessante ascoltarlo anche perché grazie alle parole che quest’ultimo ha espresso lunedì 20 settembre [1] alla Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane, è possibile anche comprendere meglio una parte della storia europea e mondiale.
Oltre ad evadere ancora una volta ogni tipo di impegno a sospendere gli insediamenti illegali che Israele costruisce in quegli stessi territori che dovrebbero essere palestinesi, Netanyahu ha infatti affermato che Germania, Giappone e Corea hanno avuto per molto tempo truppe straniere (Usa) sul proprio territorio e nessuno ha mai dichiarato si trattasse di “un affronto alle rispettive sovranità”. Queste parole sono molto importanti e denotano innanzitutto il potere negoziale che Israele ha anche nei confronti degli Stati Uniti, ai quali in questo modo manda un messaggio preciso: se dopo la seconda guerra mondiale Washington ha occupato militarmente il mondo è evidente che anche Israele oggi ha diritto a mantenere militari sull’ipotetico futuro Stato palestinese. Ed è proprio questo lo scopo delle parole del premier sionista: addirittura all’inizio di “colloqui di pace” che a questo punto sembrano del tutto delegittimati, sottolinea che Israele non consentirà nemmeno la creazione di uno Stato fantoccio senza la presenza militare che riterrà sempre necessaria per controllarlo e occuparlo.
Questi fatti così ben messi alla luce dalla stessa elite sionista tornano utili anche per mettere a fuoco la situazione venutasi a creare dopo la seconda Guerra Mondiale in Europa, Africa, Asia orientale e America Indiolatina. Infatti dopo quella che è stata una vera e propria guerra per gli equilibri mondiali, la vittoria statunitense ha consentito a Washington di occupare militarmente non solo Germania, Giappone e Corea citate da Netanyahu, ma anche l’Italia (ricordiamo le più di 100 basi Usa/Nato sul territorio[2]), la Turchia, la Grecia (per citare i Paesi a noi più vicini e più direttamente interessati dalla guerra fredda) e decine di altri Stati in ogni continente [3]. Questo comporta (senza voler accomunare la situazione umana in cui vivono oggi i palestinesi -tenuti prigionieri in enormi prigioni a cielo aperto sottoposte ad embargo come per esempio è Gaza- con il nostro stile di vita) una necessaria riflessione sulla mancanza di sovranità di tutti quegli Stati sottoposti ad occupazione militare da parte dell’unica superpotenza ancora rimasta. Così come oggi Israele intende mantenere la supremazia ed il controllo di qualsiasi futura istituzione palestinese attraverso la presenza militare, ieri gli Stati Uniti sono riusciti a creare un sistema globale di presenza militare (ma anche politica, culturale ed economica) per controllare e gestire tutte le aree della propria sfera di influenza che ancora oggi persiste, ed anzi con il crollo dell’Urss si è andata allargando.
Sarà difficile vedere il nostro vicino oriente vivere in pace e benessere se la presenza minacciosa ed egocentrica di Israele non tollererà nemmeno la sovranità palestinese, e sarà difficile che gli Stati europei potranno in qualche modo dire la propria se continueranno a vedere la propria sovranità limitata dalla presenza minacciosa ed egocentrica degli Stati Uniti.
Matteo Pistilli
Note:
1) PM hints at placing IDF forces in PA state after any deal , http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=188731
2)Basi americane in Italia: una messa a punto, Alberto B. Mariantoni http://www.cpeurasia.eu/305/basi-americane-in-italia-una-messa-a-punto
3) Basi militari USA al di fuori degli Stati Uniti, http://www.kelebekler.com/occ/bas_it.htm