Il mondo occidentale è basato sulle tecnologie avanzate.
Cellulari, televisori al plasma, satelliti sono strumenti dati per assunto dai cittadini occidentali.
La superiorità militare è data da avanzati armamenti tra cui includiamo laser, sistemi di visione notturna, missili intelligenti, radar avanzati, leghe metalliche polivalenti
La nuova economia verde pretende macchine con batterie al litio, pale eoliche per le “fattorie del vento”, pannelli solari, carburanti più efficienti.
Tutti questi avanzamenti tecnologici sono a rischio.
Per i laser ( a seconda del tipo di utilizzo) sono necessari praseodymio, neodimio, samario, europio, gadolinio, terbio, dysprosio, holmio, erbio, ytterbio.
Gli impianti eolici hanno bisogno di neodimio per i loro magneti, le batterie delle Toyota Prius richiedono lantanio, i televisori necessitano di europio.
Tutti questi minerali appartengono ad un piccolo gruppo di elementi conosciuti come terre rare (in inglese Rare Earth Elements).
La prima scoperta avviene in una miniera vicino al villaggio di Ytterby, in Svezia nel 1787.
L’utilizzo di questi minerali resta minimo fino a quando, nel 1940, Frank Spedding sviluppa un processo di scambio di ioni per separare e purificare le REE.
Con il miglioramento dei processi di raffinazione durante gli anni 50 e 60 l’industria inizia a scoprire le molteplici applicazioni di questi minerali.
Fino al 1948 le principali miniere sono localizzate nei depositi sabbiosi dell’India e del Brasile.
A seguito della scoperta di un vasto giacimento di mozanite ( uno dei minerali che contiene elementi di terre rare) il Sud Africa diviene un importante fornitore.
Tra il 1960 e il 1980 il maggiore produttore è il sito di Mountain Pass, in California.
La scoperta del deposito polimetallico di Bayan Obo e un aggressiva politica commerciale cinese volta a inondare il mercato internazionale con REE a bassi prezzi ha permesso al dragone asiatico di divenire il principale fornitore di REE.
Il primato della produzione cinese ha offerto l’opportunità di generare un intero mercato che include le attività minerarie, la raffinazione e la commercializzazione del prodotto finito.
In 20 anni la Cina è divenuta il monopolista delle REE.
Recentemente il governo di Pechino ha dichiarato che è necessario ridurre le esportazioni di REE in modo da poter soddisfare la crescente domanda interna, spinta da una crescita di prodotti tecnologicamente avanzati.
La dichiarazione ha gettato nel panico Giappone, Germania, USA, nazioni le cui industrie avanzate dipendono pesantamente dalla fornitura di prodotti creati con le REE.
Il segretario di stato Hilary Clinton ha annunciato una serie di riunioni con il consigliere di stato cinese Dai Bingguo per definire la situazione.
Il ministro cinese dell’industria, Zhu Hongren ha assicurato che la Cina “ non utilizzerà le REE come strumento politico”.
Tuttavia, a seguito dell’incidente riportato dai media il 4 ottobre 2010, tra un motopeschereccio cinese e un unità della guardia costiera giapponese, tutte le spedizioni di REE cinesi verso il Giappone sono state bloccate.
È importante ricordare che esistono altri potenziali siti estrattivi, non controllati dal governo cinese.
Le compagnia australiane Lynas e Arafura hanno dimostrato vasti giacimenti di REE.
Recentamente la Molycorp, che vanta Goldman Sachs tra i suoi maggiori soci, sta riattivando il sito americano di Mountain Pass.
A partire da agosto 2010, quando le esportazioni cinesi hanno iniziato a mostrare problemi, le quotazioni di tutte le compagnie non cinesi operanti nel settore hanno avuto una crescita media del 50%.
Pur esistendo alternative alla Cina è necessario ricordare che la sola estrazione di REE non è sufficiente a risolvere il problema.
La concentrazione di attività estrattive e di raffinazione in Cina nei decenni ha generato, a livello mondiale, una perdita di knowhow per raffinare e creare prodotti REE.
L’ufficio per le politiche industriali del Pentagono ha recentamente concluso che il Dipartimento della Difesa debba sostenere le compagnie minerarie maggiormente attive nel settore delle REE al fine di renderle operative nel minor tempo possibile.
La camera americana ha autorizzato il 29 settembre 2010 una serie di proposte che permettano all’autorità per i finanziamenti federali di garantire prestiti a produttori nazionali di REE.
Lo studio del Pentagono raccomanda, tra le altre cose, un attento esame su come il Dipartimento della Difesa possa aiutare compagnie come la Molycorp, che ha richiesto al Dipartimento per l’Energia un prestito di 280 milioni di dollari per riattivare il sito estrattivo di Mountain pass, nel deserto del Mojave, California.
Molycorp ha pianificato di riattivare l’estrazione entro il 2012.
Il Pentagono è venuto a conoscenza che i suoi fornitori, come la Lockheed Martin Corp, Raytheon Co e General Dynamics Corp e le agenzie governative non posseggono un registro aggiornato sugli utilizzi delle REE nell’industria bellica.
Attualmente i componenti creati utilizzando REE sono considerati prodotti comuni senza nessuna priorità particolare inerente le procedure di approvigionamento o immagazinamento.
Le REE sono un mercato di nicchia, si stima che la produzione mondiale annuale nel 2009 sia di circa 124.000 tonnellate*(1). Tuttavia circa 120.000 tonnellate sono prodotte dalla sola Cina.
L’attuale politica nazionalista cinese, orientata a espandere la sua sfera di influenza nel continente asiatico, richiede attente considerazioni sulle scelte strategiche in merito alla gestione delle materie prime.
Il mondo deve velocemente trovare soluzioni per diversificare le sue fonti di approvigionamento di REE, specialmente se si considera che circa il 30% della produzione totale è utilizzata dalle industrie degli armamenti.
Recentamente il governo cinese ha inaugurato una politica di acquisizioni di siti estrattivi oltre i confini. Il fallimento nell’acquisire una quota di maggioranza nell’australiana Lynas Corporation non ferma le ambizioni cinesi a rafforzare la sua posizione di monopolio nelle REE.
Parallelamente il governo ha deciso di ristrutturare il mercato domestico delle REE affidando ai due colossi statali Baotou Steel e Jiangxi Copper la gestione totale dei siti estrattivi.
Ufficialmente l’operazione è stata voluta per rendere più sicuri i siti minerari ed evitare operazioni estrattive illegali che possano danneggiare l’ambiente e i cittadini cinesi.
È importante infatti ricordare che l’estrazione e la lavorazione delle REE comporta potenziali rischi ambientali essendo i materiali trattati mediamente radioattivi e tossici per le forme di vita.
Non molto tempo fa Deng Xiaoping dichiarò: “Il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare”.
* Enrico Verga, dottore in Scienze politiche (Università Cattolica del Sacro Cuore) e professionista nel settore “marketing”, collabora con “The Indipendent Review”.
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Mineral Commodities Summary 2010, U.S Geological Survey
Fonti
http://cachef.ft.com/cms/s/0/f876837c-d499-11df-b230-00144feabdc0.html
http://www.mineweb.com/mineweb/view/mineweb/en/page72102?oid=113716&sn=Detail
http://www.mineweb.com/mineweb/view/mineweb/en/page72102?oid=113661&sn=Detail
http://commentaryandanalysis.mining.com/2010/10/29/rare-earth-trade-conflict-diplomacy-needed/
http://www.ree-fund.com/rareearthelements/index.php?navanchor=2110002
http://resourceinvestingnews.com/8914-rare-earth-trade-conflict-diplomacy-needed.html
http://www.mineweb.com/mineweb/view/mineweb/en/page504?oid=113786&sn=Detail
http://commentaryandanalysis.mining.com/2010/10/29/rare-earth-trade-conflict-diplomacy-needed/
Le opinioni espresse nell’articolo sono dell’Autore, e potrebbero non coincidere con quelle di “Eurasia”